domenica 21 marzo 2010
PAGINE DI UN DIARIO
Stò chiudendo per sempre le pagine di questo diario aperto molto tempo fa,
quando per caso ti ho conosciuto,
era una splendida mattina di ottobre tu mi dicesti: sento il bisogno di sentire la tua voce, io ti risposi < IDEM > non so perchè ti dissi quella parola ma dentro di me un fulmine mi colpì.
Da quel giorno eravamo una sola persona,vivevamo momenti bellissimi, ricordi le passeggiate mano nella mano? tu mi dicevi sei la mia piccola,e per tenermi al caldo mi nascondevi nel taschino dove io facevo capolino.
Ricordi quando parlavamo per ore ed ore? il tempo sembrava che si fermasse per noi,
qunte risate ci facevamo perchè tu mi parlavi della tua sim-card, mi dicevi < schiaccio il bottoncino rosso e viene fuori > erano parole stupide ma ci facevano ridere. Abbiamo parlato di progetti futuri, mai avverati. tu ripetevi sempre che un buon rapporto era basato sulla sincerità di entrambi, ma avevo la sensazione che tu ti stavi allontanando da me, avevo capito cosi ti dissi che nn avevo abbastanza forza di amarti, tu stesso poi mi dicesti che avevi conosciuta un'altra.
Mi dicevi lei e piccola,lei è la tua piccolina e ti amava.
io per te avevo cancellato il passato per avere, un futuro che non c'è e che non ci sarà mai.
Ricordi e passeggiate in macchina, i vetri appannati, l'ultima volta ti dissi: dammi la mano non mi lasciare,ma tu non mi hai più stretta quella mano, ora la stringi a lei
Era di nuovo ottobre, si era ottobre, il silenzio e calato tra di noi inesorabile, io per sentirmi viva di tanto in tanto ti chiamo per sentire la tua voce, per sentire il mio cuore che palpita e mi dice: sei ancora viva,ma lentamente morirò.
Chiudendo queste pagine ho chiuso il capitolo della mia vita, una vita circondata di tristezza, ora il mio cuore e tornato piccolo ma è abbastanza grande da contenere il
tuo cuore, quel cuore che ho sempre amato e che sempre amerò, tu sarai quella luce che illuminerà il mio cammino.
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PAGINE DI UN DIARIO: E' un lamento intriso di ricordi felici, quegli stessi che ora torturano. Ogni persona cara, e anche quelle meno care ci attrae una una "corda invisibile", noi ci lasciamo trascinare dalla più vigorosa, e la più forte NON ERA tanto forte da spiazzare tutte le altre. La potenza dell'Amore io la racchiudo in queste parole. "Non possiamo dare ciò che non possediamo. Per dare amore occorre possederlo. Non possiamo insegnare ciò che non comprendiamo. Per insegnare ad amare BISOGNA CAPIRE L'AMORE. Non possiamo sapere ciò che non studiamo. Per studiare l'amore BISOGNA VIVERLO NELLA REALTA'. Non possiamo apprezzare una cosa che non conosciamo, Per conoscere l'amore DOBBIAMO SAPERLO RECEPIRE. Non possiamo dubitare di una cosa nella quale vogliamo aver fiducia. Per avere fiducia nell'amore BISOGNA REALMENTE CREDERVI. Non possiamo accettare una cosa per la quale NON SIAMO DISPOSTI A CEDERE. Per cedere all'amore DOBBIAMO ESSERE VULNERABILI ALL'AMORE. Non possiamo vivere la realtà di una cosa ALLA QUALE NON CI DEDICHIAMO. Per votarci all'amore e' necessario che L'AMORE PROLIFERI COSTANTEMENTE IN NOI. E LASCIARE LIBERO IL CUORE. E LASCIARCI ANDARE AI SUOI DETTAMI.E.
RispondiEliminaFortunato è chi ha l"AMORE" che non tradisce, l'"Amore" che non si spegne neanche quando lo ignoriamo o ce ne allontaniamo o nella nostra pochezza e meschinità Lo combattiamo come fosse una minaccia, l'"Amore" superiore all'amore di una mamma per il figlio, l'"Amore" che rispetta i nostri tempi e ci fa sentire importanti ed indispensabili pur essendo bastevole in Se stesso... si potrebbe procedere all'infinito come infinito è L'AMORE di cui sto parlando.
RispondiEliminaPino1.sa
Anonimo,perchè non scrivi chi sei? Vedi(vede) nella vita bisogna prendere le proprie responsabilità anche se si lascia uno scritto di qualsiasi genere (commento).Che bella la trasparenza del pensiero ma anche della propria identità. Guglielmo
RispondiEliminaPasseggiavamo al limite di un precipizio/
RispondiEliminala luce ribolliva in fondo in sinergia/
con i palpiti silenti e improvvisi/
di entrambi i cuori/ e io osavo spingerti
di spalla verso un cielo rosa/ma scivolasti giù nel precipizio/ tesi la mano per evitarti il vuoto/ il braccio poderoso e la mano calda/
ti sorreggevano con la dea della speranza, come la fiamma di una sparuta candela/ che sconfigge il buio con insolito coraggio:
e fu inutile amore, un amore sconfitto/ eppure
la mia pelle risuona ancora col calore, il silenzio e la magia di un Eden vissuto solo in parte.