martedì 25 maggio 2010
PENSIERO DI PINO
Una riflessione aspettando la Pentecoste
La Pentecoste, che tradotto dal greco ha il significato di cinquantesimo giorno, è un’altra delle feste più importanti della religione cristiana; ricorre cinquanta giorni dopo la Pasqua in ricordo della discesa dello Spirito Santo su Maria e sugli apostoli. Anche al tempo di Gesù esisteva la festa di pentecoste ma con essa gli Ebrei ricordavano il giorno in cui sul monte Sinai Dio diede a Mosè le tavole della Legge.
Quando Gesù era ancora con i suoi discepoli, preannunziò l’invio dello Spirito con queste parole:
“…dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò” (Gv16,7), disse pure “….quando però verrà lo Spirito di verità egli vi guiderà alla verità tutta intera…” … egli vi dirà le cose che sente da me e dal Padre. (Gv16,13-15).
Infatti dopo la risurrezione e l’ascensione di Gesù, cioè il Suo ritorno alla casa del Padre, accadde che:
1Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; 4ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi…
La straordinarietà dell’evento ricordato e raccontato da Luca, negli atti degli apostoli al capitolo 2, versetti 1-4, non è tanto nelle manifestazioni prodigiose ed esteriori che accompagnarono in modo visivo e fisico la discesa dello Spirito, quanto quello di ricevere nell’intimo il dono della fede, cioè la capacità di instaurare un rapporto totalmente nuovo con Gesù, nel riconoscerLo vero uomo e vero Dio, figlio del Padre, unico mediatore tra l’uomo e Dio; tale nuovo rapporto che aumenta la nostra fiducia in Gesù, fa sì che Lui ci possa indicare la strada per ampliare la nostra capacità di accogliere le ricchezze che il Padre dona e che per nostra limitatezza non vediamo, non comprendiamo e non accogliamo.
I discepoli che pure erano ancora sbalorditi della risurrezione e dell’ascesa al cielo di Gesù, grazie allo Spirito, da quel giorno, ebbero piena conoscenza delle cose dette e fatte da Gesù. Prima infatti, pure avendo vissuto gran parte degli eventi in maniera diretta, non ne avevano compreso la reale portata né avevano capito la vera missione di Gesù.
L’Amore di Dio ha voluto che gli apostoli e tutti i cristiani che accolgono l’azione trasformatrice dello Spirito, con fiducia sempre più grande per la persona di Gesù ed il loro amore scambievole, sul tipo di quello che Dio ha per Gesù, costituissero un anticipo della realtà nuova promessa all’uomo e che definitivamente si realizzerà dopo il ritorno di Gesù. Il giorno di Pentecoste i discepoli gustarono la bellezza di essere amati dal Padre e di amare con quello stesso amore tutti gli uomini, fratelli di fede e non, ai quali dovevano recare, sempre per dono ed esigenza dello Spirito e quasi come una espansione di “Amore”, la buona notizia del riscatto. Insomma, proprio da quel giorno nacque la Chiesa “l’ecclesìa” cioè l’adunanza di persone che, grazie allo Spirito, mettendo Gesù al primo posto e coltivando questo rapporto nuovo, realizzano quella unità e corrente di Amore che sale verso Dio-Padre e scende verso i fratelli di fede, e verso gli altri e tutta la natura, in attesa del riscatto finale.
È per tale motivo che i cristiani ancora oggi nutrono, come dice San Paolo, “la sicura Speranza” consistente nel desiderio che l’incontro con la persona di Gesù, che già li ha fatti nascere a nuova vita, possa completarsi al più presto, all’epoca della sua seconda venuta, con la risurrezione dei corpi e con la piena instaurazione del regno dell’ “Amore”.
è sempre la Forza dello Spirito che, se esplicitamente ed intimamente accolta dall’uomo, rende possibile la nascita e l’ampliamento della fede, il realizzarsi di azioni positive che soddisfano la volontà di bene della persona e la trasformazione dell’individuo che è così reso degno di ricchezze sempre maggiori che realizzano compiutamente quel rapporto nuovo di figliolanza con Dio Padre.
è con tali pensieri che auguro a voi tutti una Buona Pentecoste.
Pino1.sa 23 Maggio 2010
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Gesù Cristo che con al sua morte e la sua resurrezione ha riconciliato tutta l'umanità con il Dio Padre, lui è l'Agnello di Dio che per amore prende su di se tutti i peccati del mondo. Il cristo risorto ci appare in una prospettiva nuova ma se non gli facciamo posto dentro di noi continuando con i nostri personalismi le nostre spigolosità i nostri limiti, cambiamo i nostri atteggiamenti e apriamo il cuore a Dio, solo cosi si può raggiungere la pace.
RispondiEliminaCarissima Mimma grazie di avermi aperto questa riflessione con la chiesa di Santo Spirito che è nel mio rione, spero che il mio piccolo commento sia di tuo gradimento, un saluto a te e Cesco con affetto G.
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