venerdì 30 marzo 2012

LETTERA ALL'AMICO POETA


Volevi l'onde calme, e la tempesta,
il vino e l'acqua, il cielo e l'arenile,
volevi esser Re della foresta,
e la tenera erbetta dell'aprile.

In cambio avresti donato solo pagine
di versi in rima da cantare, ogni momento
certo eri di essere il capro dell'ovile,
quello che solo cento e più ne vale.

E più tu avevi e meno eri contento
negli anni accesi dell'età più forte,
quando, ambizioso come un monumento,
sognavi perfin di vincere la morte.

Ora che hai spalancato le tue porte
a una realtà che mai volesti vedere,
neppure un'ombra siede alla tua corte
e nessun verso nasce al tuo cantiere.

Niente sei riuscito a trattenere
sprecando ad una ad una ogni occasione,
per declinare sempre il verbo avere
e recitar la parte del leone.

Oggi ti basterebbe l'emozione
di un fresco bacio a risvegliarti in festa
e in cambio di quest'ultima illusione
daresti tutta la vita che ti resta...
RICCARDO

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