martedì 26 aprile 2011
LETTERA AGLI AMICI
Ciao come state?
Vi scrivo questa lettera perchè non riesco ad esprimermi a parole,
vi dico GRAZIE per quello che avete fatto e che state facendo per me.
Una sera mi è stato comunicato una notizia terribile per me,in un solo istante sono precipitata in un baratro, o cercato di risalire con le mie forze ma non ci sono riuscita, improvvisamente siete apparsi voi e con tutte le vostre forze avete cercato di tirarmi su,ma io non avevo voglia perchè quando ti dicono, ( fra circa due anni lei sarà cieca? ) non è facile avere voglia di vivere pensando che non vedrai più la luce del sole, non vedrai l'arcobaleno ne i tuoi cari e soprattuto non vedrai i tuoi nipotini,e non scriverai più, non leggerai più, e poi non chatterai con i tuoi amici che per anni siete stati allegri burloni.
Ma due di loro che conoscevo sin dall'inizio della mia entrata in eldy mi hanno comunicato che sarebbero venuti a trovarmi, per me e mio marito e stata una grande gioia,lui si è subito messo hai fornelli per preparare dei piatti tipici tarantini io invece non riuscivo a fare nulla, solo sognare l'attimo dell'incontro ma ecco che arriva quel fatitico giorno in cui dal balcone li vedo arrivare,portavano vini, pasticcini e fiori, un abbarccio che non finiva mai ed io nascondevo le lacrime,abbiamo chiacchierato a lungo a tavola una si imbratta i colzoni di sugo e l'altro la camicia,poi ci avviamo alla fine del pranzo bevendo caffè grappa e limoncello ( io no, sono astemia ) poi le foto ricordo, naturalmente sono stati fotografati anche i piatti.
Ma ecco il momento dei saluti e abbracci, io li ho salutati ma dentro di me speravo di rivederli ancora e pensavo, chissà se conoscerò gli altri amici della chatt.
Sono partiti ed io gli ho dato un pezzo del mio cuore.
Ciao Pachino ciao Leonardo.ve, GRAZIE, GRAZIE, mi avete regalato la luce dei vostri cuori,la luce dell'amicizia,spero di rivedervi presto.
Ringrazio anche gli amici della chatt che tutti i giorni mi sostengono moralmente, non è facile ma piano piano stò accettando tutto questo grazie a voi.
VI VOGLIO BENE CON AFFETTO MIMMA
sabato 23 aprile 2011
LA RESUREZZIONE
Cosparsa di strie rosate,
come oro fiammeggia l'alba,
mentre argentea luccica
la rugiada sul prato.
Sulla terra a vegliare
ci sono solo gli Angeli:
dell'evento vogliono essere
gli unici testimoni.
Ad un tratto il sepolcro,
dov'è Gesù tumulato,
si mette a tremare forte
e a sussultare più volte.
L'enorme lastra di pietra,
che ne sbarra l'ingresso,
viene allora spazzata via
da una forza sovrumana.
Subito dopo ne balza fuori
il divino Agnello Immolato,
che è molto bello a vedersi
con il suo volto radioso.
Ha un sorriso smagliante,
tutto acceso d'amore;
ha un cuore stracolmo
di perdono e di bontà.
Al cielo infine ascende
e fa ritorno al Padre suo,
circondato da uno stuolo
di stupendi Cherubini.
Però prima ha Egli voluto
sconfiggere la morte
riscattando dal peccato
ogni uomo della terra
RICCARDO
GIOVANNA SCRIVE
GIOCHI DI NUVOLE
Stò guardando il cielo che stamattina mi sembra,particolarmente ,bello ,.osservo le nuvole bianche ,una diversa d'allaltra,piccole ,grandi in forme diverse ,sembra che un pittore si stia divertendo ,con il pennello . poi eccoche' appaiono anche delle rondini ,,che si intagliano tra le nuvole ,è veramente uno spettacolo offerto dalla natura,,basta osservare attentamente quello che ci circonda ,provate .....
Stò guardando il cielo che stamattina mi sembra,particolarmente ,bello ,.osservo le nuvole bianche ,una diversa d'allaltra,piccole ,grandi in forme diverse ,sembra che un pittore si stia divertendo ,con il pennello . poi eccoche' appaiono anche delle rondini ,,che si intagliano tra le nuvole ,è veramente uno spettacolo offerto dalla natura,,basta osservare attentamente quello che ci circonda ,provate .....
RIFLESSIONI DI PINO VANGONE
Giova ricordare come appresso, i cenni storici della Festa della S. Pasqua riportati già nella introduzione alle riflessioni dello scorso anno. Come festa, non con lo stesso significato, era già esistente al tempo di Gesù e si celebrava nella prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera; con essa gli ebrei ricordavano la liberazione, ad opera di Mosè, del popolo di Israele dalla schiavitù degli egiziani. Il termine Pasqua, in greco e in latino “pascha”, proviene dall’aramaico: pasha, che corrisponde all’ebraico pesah, il cui senso generico è “passaggio” “passare oltre”; gli ebrei ricordavano l’attraversamento del Mar Rosso, che costituiva il cambiamento dalla vecchia vita di schiavitù alla nuova vita intrapresa dopo il loro insediamento nella terra promessa avvenuto successivamente ad opera di Giosuè.
Gesù nell’ultima cena, nel festeggiare la Pasqua ebraica, ha annunciato ai discepoli la Sua imminente fine che sarebbe avvenuta per mano dei responsabili del popolo ebraico, aiutati anche dal tradimento di un discepolo che era seduto al suo stesso tavolo.
Quindi Gesù ha voluto innestare la nuova Pasqua in quella ebraica ma il significato, se pur conservato nel solo vocabolo: “passaggio”, assume un valore completamente nuovo perché con tale ricorrenza i cristiani ricordano la morte ma soprattutto la risurrezione di Gesù Cristo, “passaggio” e liberazione da ogni limite e schiavitù.
Per capire poi il senso profondo della Pasqua, risulta utile riportare di seguito alcuni stralci della lettera di San Paolo ai Colossesi ed alcuni passi del vangelo di Giovanni: “Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di Lui riconciliare a Sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di Lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli” (lettera di S. Paolo ai Colossesi Cap.1, versett19-20), Gesù stesso afferma: “E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv. 12, 32) così pure afferma: “…Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24), quindi, sempre nell’obiettivo di avvicinare l’uomo e tutte le cose visibili ed invisibili a Sè, il Divino si è piegato fino alla morte ed alla morte di croce.
Tale evento non può e non deve essere visto disgiunto dagli eventi della “risurrezione” che, con la frantumazione del limite massimo della natura che è la morte, apre la strada alla nuova realtà ed è proprio il dare credito al connubio tra la morte e risurrezione che regala all’uomo il rapporto nuovo di figliolanza con Dio. L’uomo da tale nuovo rapporto, sente in sé quella Pace che gli fa vedere con chiarezza la sua nuova meta che diventa la persona di Gesù da incontrare e seguire, tutto ciò migliora anche il rapporto dell’uomo con la natura in attesa che l’incontro si realizzi pienamente.
Ancora Paolo nella lettera ai Colossesi indica: “un tempo eravate stranieri e nemici con la mente intenta alle opere cattive che facevate, ora Egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto” (Cap.1, versetto 21) Pertanto, la morte in croce di Gesù, che la natura presenta e vede come una sconfitta della Sua missione, illuminata dalla fede della Sua risurrezione, diventa anch’essa attrazione per l’uomo che è alla ricerca della Verità; infatti il crocifisso diventa il simbolo universale degli appartenenti alla nuova religione e punto di attrazione per quelli che, smarriti e confusi, si mettono con sincerità alla ricerca del senso profondo della vita. Il cristiano non si ferma alla croce ma l’attraversa come una porta verso “la risurrezione” e verso la bellezza della “nuova vita”; “la Pace e la Grazia” lo pervadono interiormente e incomincia a vedere le cose con una prospettiva diversa più gioiosa e disponibile ad accettare e concedere il perdono, avvertendo, in maniera chiara, l’appartenenza alla famiglia di Dio che lo libera dai pesi della vita vecchia e lo incentiva ad una limpidezza di condotta guidata dalla voce dello Spirito. Il cristiano acconsente che la stessa Forza vitale, che ha operato la risurrezione di Gesù, operi in lui quella trasformazione che lo rende degno di entrare a pieno titolo in quella realtà nuova proposta dall’evento stesso e che diventa definitiva con la seconda venuta di Gesù alla fine dei tempi.
Più è ardente l’Amore che il cristiano nutre per Gesù più prende sul serio la risurrezione dei morti e la vita eterna che lo attende nell’altra realtà. Aumenta inoltre il proprio convincimento che come è successo per Gesù, che è morto ed è risorto, accadrà anche a lui. Infatti ancora Paolo nella lettera ai cristiani di Colosse annuncia parlando di Gesù: “Egli è anche …, il primogenito di coloro
che risuscitano dai morti”
Che la risurrezione è per tutti quelli che hanno fiducia in Lui è riferito esplicitamente da Gesù che parlava ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita”” (capitolo 14 del vangelo di Giovanni). In un’altra occasione parlando con Marta sorella di Lazzaro
Gesù le dice: «…Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;
chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno…”(Giovanni 11,25)
E’ con tali pensieri che auguro a tutti voi una buona Pasqua di risurrezione.
BUONA PASQUA
" L'SCARCEDDE"
PassioneRossoblu nel suo spazio culinario descrive in maniera dettagliata la preparazione di un dolce tipico della tradizione tarentina. A Taranto, tra i dolci di Pasqua troviamo la scarcella, davvero gustosi che si possono realizzare in forme diverse e decorate a piacimento. Una ricetta pasquale che potrete realizzare con i vostri bambini, visto la facilità nella preparazione e la bontà di questi prelibati dolcetti. Le scarcelle possono avere svariate forme: colombe, cestini, panieri, ciambelle.
"L' SCARCEDDE"
Ingredienti: per 6 - 8 persone
gr. 500 di farina
un pizzico di sale
gr. 100 di zucchero
gr. 100 di olio ev d'oliva
2 tuorli d'uovo
latte tiepido
2 uova intere
1 bustina di vanillina
1 buccia grattugiata di limone
zucchero q.b
codette colorate
carta forno
Preparazione:
Setacciate la farina a fontana sulla spianatoia, ricavate un incavo nel centro, mettete sale, zucchero, olio, i tuorli e impastate il tutto, aggiungendo il latte, un cucchiaio per volta, fino a ottenere un impasto omogeneo e consistente. Togliete un pezzetto di pasta e suddividete la rimanente in 3 parti, preparate tre cilindri di larghezza e lunghezza uguali, intrecciateli e poi uniteli a ciambella; in questo punto affondate un uovo col guscio e fermatelo col pezzetto di pasta messo da parte dopo aver fatto con questo 2 o 3 striscioline che incrocerete sopra l'uovo. Mettete la "scarcedda" su una placca rivestita di carte forno, dopo averla pennellata con l'uovo sbattuto con un cucchiaino di zucchero.
Infornate a 230° gradi per 30 minuti ca.Potete farle a forma di agnello o di colomba o treccia o cestino o ancora coperti da una glassa.
Per la Glassa o u'scìleppé: Ingredienti:
500 gr di zucchero acqua q.b
2 albumi limone
Preparazione:
Mettete lo zucchero in un tegame e ricopritelo di acqua. Fate cuocere a fuoco lento continuando sempre a girare. Quando giunge ad ebollizione, con un cucchiaio di legno, prendete un po' di liquido e posatelo su un piatto:se il liquido non si spande, la glassa è pronta.A parte montate a neve gli albumi e aggiungeteli un po' per volta al composto continuando a girare.
Spruzzate un po' di limone per ottenere dei riflessi. Togliete dal fuoco e ponete la glassa in una terrina capiente di vetro o ceramica continuando a girare finché non si rassetta...Auguriamo a tutti Buona Pasqua.
venerdì 22 aprile 2011
RITI DELLA SETTIMANA SANTA A TARANTO
Storia.]I riti della Settimana Santa risalgono all'epoca della dominazione spagnola nell'Italia meridionale. Furono introdotti a Taranto dal patrizio tarantino Don Diego Calò, il quale nel 1603, fece costruire a Napoli le statue del Gesù Morto e dell'Addolorata.
Nel 1765 il patrizio tarantino Francesco Antonio Calò, erede e custode della tradizione della processione dei Misteri del Venerdì Santo, donò alla Confraternita del Carmine le due statue che componevano la suddetta processione, attribuendole l'onore e l'onere di organizzare e perpetrare quella tradizione cominciata circa un secolo prima.
Riti.Nella Domenica delle Palme, le due principali Confraternite di Taranto, quella di Maria SS. Addolorata e S.Domenico (sita nella Chiesa di S.Domenico Maggiore nel Borgo Antico) e quella di Maria SS. del Carmine (sita nella omonima chiesa nel Borgo Nuovo), convocano in assemblea straordinaria i propri iscritti in regola con l'amministrazione e che non siano incorsi in sanzioni disciplinari, ed effettuano le "gare" per aggiudicarsi l'onore di partecipare alle due processioni, il Pellegrinaggio della Vergine Addolorata e la Processione dei Sacri Misteri. All'inizio dell'assemblea, il segretario o uno degli assistenti del Priore bandisce l'asta che prosegue fino a quando l'offerta più alta non è superata da altre offerte. A questo punto il simbolo (o statua) viene aggiudicata al confratello che ha fatto l'offerta maggiore. Il ricavato delle "gare" viene devoluto nel corso dell'anno, in favore di iniziative benefiche.
I Perdoni. Perdune dinanzi ad un SepolcroI Perdoni (le Perdúne dal dialetto tarantino) sono coppie o poste di Confratelli del Carmine, che nel pomeriggio del Giovedì Santo escono ad intervalli dalla Chiesa del Carmine per effettuare un pellegrinaggio verso le principali chiese del Borgo Antico e del Borgo Nuovo dove sono allestite i "sepolcri", altari della reposizione. Sono scalzi e vestiti con l'abito tradizionale che si compone di: un camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, pendenti sulla destra del camice; una cinghia di cuoio nero attaccata in vita e fatta pendere sul lato sinistro del camice, rappresentante la frusta che colpì Gesù; una mozzetta color crema abbottonata sul davanti; due scapolari recanti rispettivamente le scritte ricamate "Decor" e "Carmeli" in seta blu chiaro; un cappuccio bianco con due forellini all'altezza degli occhi; un cappello nero bordato con nastro blu chiaro, dai cui lati scendono altri due nastri anch'essi blu, indossato in testa sul cappuccio o appoggiato sopra le spalle, fissato in vita con un nastro che viene fatto passare attraverso un'asola che si trova nell'abbottonatura della mozzetta; una corona di sterpi poggiata sul capo; guanti bianchi. I Perdoni portano inoltre una mazza alta circa due metri che simboleggia l'antico bastone dei pellegrini: infatti le Perdúne sono così chiamati in ricordo dei pellegrini che si recavano a Roma per ottenere il perdono dei peccati. Un'altra teoria, riconducibile allo studioso di tradizioni tarantine Angelo Fanelli, vuole, invece, che il termine derivi dalla deformazione dialettale di "bordone", cioè del nome del bastone uncinato che usavano i pellegrini. Un dondolio chiamato in dialetto "nazzecata", caratterizza l'incedere lentissimo dei confratelli penitenti.
L'uscita dei Perdoni è il primo atto della Settimana Santa tarantina che coinvolge l'intera cittadinanza.
Il Pellegrinaggio dell'Addolorata. Croce dei Misteri dell'Addolorata L'Addolorata di S.DomenicoQuesta processione parte alla mezzanotte tra il Giovedì e il Venerdì Santo dalla chiesa di San Domenico Maggiore, portando la statua della Madonna Addolorata, e procede per le strade del Borgo Antico e poi del Borgo Nuovo secondo il seguente percorso:
Chiesa di San Domenico Maggiore - Pendio San Domenico - Piazza Fontana - Via Garibaldi - Discesa Vasto - Ponte Girevole - Via Matteotti - Via Margherita - Via d'Aquino - Via Cavour - Via Anfiteatro - Via Berardi - Piazza Maria Immacolata - Sosta nel Monastero di Maria SS. Immacolata - Via d'Aquino - Via Margherita - Ponte Girevole - Piazza Castello - Via Duomo - Chiesa di San Domenico Maggiore.
I confratelli, che procedono a ritmo lentissimo accompagnati dalle marce funebri, sono vestiti con l'abito tradizionale che si compone di: un camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero, con medaglie sacre ed un crocifisso, appeso in vita e pendente sulla destra del camice; una cinta di stoffa nera bordata di bianco con quattro fasce alle cui estremità sono applicate due nappe, e pendenti sulla sinistra del camice; una mozzetta nera bordata di bianco, abbottonata sul davanti e con una piastra di metallo raffigurante l'Addolorata; un cappello nero bordato di bianco, appoggiato sulle spalle e fissato in vita con un nastro che viene fatto passare attraverso un'asola che si trova nell'abbottonatura della mozzetta; un cappuccio bianco con due forellini all'altezza degli occhi; una corona di sterpi poggiata sul capo; calze e guanti bianchi; scarpe nere con lacci neri e coccarde di nastro bianco e bottoncini neri applicati su di esse. La processione è composta dalla Troccola, strumento che apre la processione, le Pesàre che rappresentano le pietre scagliate verso Gesù, la Croce dei Misteri, la Terza Croce, la Seconda Croce, La Prima Croce, il Trono, l'Addolorata. È accompagnata da due bande che suonano marce funebri. Vi sono inoltre quattro coppie di poste prima dei Crociferi e due prima del Trono, nonché tre Mazze che hanno il compito di mantenere ordinata la processione e di sostituire i confratelli in caso di necessità:
La processione si ferma a San Giuseppe, una Chiesa situata su Corso Giuseppe Garibaldi, illuminata e aperta per la lettura del passo del Vangelo che narra la ricerca di Gesù da parte della Madre. La processione rientra nella chiesa di San Domenico Maggiore nel pomeriggio del Venerdì Santo.
La processione dei Misteri. La bussata del Troccolante Particolari del Gonfalone e della statua dell'Ecce Homo La statua di Gesù MortoQuesta processione esce alle cinque del pomeriggio del Venerdì Santo dalla chiesa del Carmine, portando le statue che simboleggiono la passione di Gesù, e procede per le strade del Borgo Nuovo secondo il seguente percorso:
Chiesa del Carmine - Piazza Giovanni XXIII (ex - Piazza Carmine) - Via D'Aquino - Piazza Maria Immacolata - Via Di Palma - Via Regina Elena - Sosta nella chiesa di San Francesco di Paola - Via Anfiteatro - Via Massari - Piazza Giovanni XXIII (ex - Piazza Carmine) - Chiesa del Carmine.
I confratelli sono vestiti con l'abito tradizionale dei Perdoni e procedono a ritmo lentissimo accompagnati dalle marce funebri. La processione è composta dalla Troccola, strumento che apre la processione, il Gonfalone ovvero la bandiera della confraternita, la Croce dei misteri, il Cristo all'Orto, la Colonna, l'Ecce Homo, la Cascata, il Crocifisso, la Sacra Sindone, il Gesù Morto, l'Addolorata (appena essa esce sulla piazza, verso le otto di sera, si chiude il portone del Carmine, ed anche questo è un momento toccante). È accompagnata da tre bande che suonano marce funebri, ed effettua durante il percorso una sosta nella chiesa di San Francesco da Paola. Vi sono inoltre tre coppie di poste sistemate davanti alle statue e sette Mazze che hanno il compito di mantenere ordinata la processione e di sostituire i confratelli in caso di necessità:
La Troccola
Banda
Il Gonfalone
La Croce dei Misteri
Coppie di Poste (3)
Il Cristo all'orto
Coppie di Poste (3)
La colonna
Coppie di Poste (3)
L'Ecce Homo
Coppie di Poste (3)
La Cascata
Coppie di Poste (4)
Il Crocifisso
Coppie di Poste (4)
La Sacra Sindone
Banda
Coppie di Poste (4)
Gesù morto
L'Addolorata
Banda
Mazze (7)
La processione rientra nella chiesa del Carmine la mattina del Sabato Santo e lo fa con un rito particolare: il Troccolante (ossia il Perdono incappucciato che guida la processione) batte per tre volte su un'anta (generalmente quella destra ma nel 2009 e nel 2010 i colpi sono stati effettuati sull'anta sinistra perché il Troccolante era mancino) della chiesa del Carmine e lo fa utilizzando la punta della sua mazza che poggia sul terreno. Questo è uno dei momenti più attesi ed affollati di tutta la processione. È il preludio di momenti di tristezza e di meditazione sino alla mezzanotte, quando le campane delle chiese con il loro rintocchi annunciano che Cristo è risorto, ponendo fine ai riti della Settimana Santa tarantina.
Le statue dell'Addolorata.Le statue dell'Addolorata che vengono fatte sfilare nelle due processioni sono solo apparentemente uguali:
volto: piccoli dettagli le rendono espressivamente differenti;
aspetto: quella del Giovedi Santo (San Domenico) è alta quasi un metro e ottanta ed ha una figura più snella, mentre quella del Venerdi Santo (Carmine) è più bassa ed ha il viso più rotondo.
datazione: quella del Venerdì Santo (Carmine) è molto più antica di quella del Giovedì Santo (San Domenico);
simboli: entrambe le statue hanno nelle mani un cuore trafitto e un fazzoletto, ma quella del Giovedì Santo (San Domenico) ha il cuore nella mano sinistra ed il fazzoletto nella destra, mentre quella del Venerdi Santo (Carmine) ha i simboli invertiti.
Oltre ad avere i simboli invertiti, il cuore dell'Addolorata del Giovedì Santo (San Domenico) è trafitto da un solo pugnale sempre a forma di cuore conficcato al centro, mentre quella del Venerdì Santo (Carmine) ha il cuore trafitto al centro da un pugnale con l'impugnatura a croce e da due stiletti posti accanto, uno a destra e l'altro a sinistra, al pugnale e in posizione obliqua verso l'esterno.
Confraternite a Taranto. I cortei penitenziali che si svolgevano a cura dei vari sodalizi della citta. Foto del 5 aprile 1995Ai riti della Settimana Santa fino al secondo conflitto mondiale parteciparono assiduamente anche i vari sodalizi di Taranto oltre al Carmine e all'Addolorata con dei cortei penitenziali il giovedì e il venerdì santo che visitavano gli altari della reposizione nelle varie chiese. La confraternite tarantine sono queste:
Reale arciconfraternita di Maria santissima del Rosario (dopo il 1571)
Arciconfraternita del Santissimo Sacramento (1540)
Arciconfraternita del patriarca San Giuseppe (1639)
Confraternita di Maria Santissima Immacolata (prima del 1578)
Confraternita di San Gaetano di Thiene (1657)
Confraternita di Santa Maria della Mercede (seconda metà XVII secolo e soppressa nel 1905)
Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli sotto il titolo dei Santi Cosma e Damiano (1580)
Confraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini (Seconda metà del XV secolo)
Confraternita di Maria santissima del Carmine (1675)
Confraternita di San Cataldo eretta in Santa Caterina (XV secolo)
Confraternita di Santa Maria della Scala (1670)
Confraternita del Santissimo Crocifisso e Purgatorio (1585)
Confraternita del Santissimo Nome di Gesù, detta "del Santissimo Nome di Dio" (1580)
Confraternita di Maria santissima Addolorata e San Domenico (1670)
Confraternita di Santa Maria della Pace (1673)
Confraternita di San Nicola da Tolentino e Sacra Cintura (prima del 1600)
Reale confraternita di Sant'Antonio di Padova (1680)
Confraternita della Santissima Croce (1834)
Confraternita di Santa Maria di Piedigrotta e dei Santi Gennaro e Catello (1895)
Confraternita di Maria santissima dei Martiri e San Marco (1941)
Confraternite moderne:
Confraternita dei Santi Medici (1999)
Confraternita di Sant'Egidio Maria di San Giuseppe (2001)
Confraternita di Santa Rita (2005)
Curiosità[modifica] I Perdoni a piedi nudiI Confratelli in abito di rito dell'Addolorata del Giovedì Santo (San Domenico), eccetto i Crociferi, hanno le scarpe mentre quelli dei Misteri (Carmine) sono tutti scalzi.
L'Addolorata della Chiesa di S.Domenico la mattina del Venerdì Santo, verso le ore nove, compie una sosta dalle Suore dell'Immacolata.
Tradizione prevede che l'Addolorata del Giovedì Santo sia salutata all'uscita dalla Chiesa di San Domenico Maggiore con l'esecuzione da parte della Banda della Marcia Funebre "A Gravame" composta agli inizi del Novencento dal Maestro Domenico Bastia e dedicata ad un giovane musicista della banda del Bastia scomparso in un tragico incidente sul lavoro.
I capelli di entrambe le Madonne Addolorate sono veri e i vestiti sono ricamati a mano.
L'Addolorata di San Domenico esce anche a Settembre per la festa a Lei dedicata sul calendario.
Se l'Addolorata del Giovedì Santo (San Domenico) non dovesse più uscire dalle Suore dell'Immacolata dopo la recita tradizionale del Santo Rosario l'organizzazione della Processione prevede il rientro della statua a San Domenico mediante un camioncino e la sospensione della Processione.
Le Pesàre sono portate da coppie di bambini figli di Confratelli.
L'uscita dell'Addolorata alla mezzanotte del Giovedì Santo da San Domenico è preceduta dal discorso dell'Arcivescovo di Taranto dal sagrato della Chiesa.
A causa della ripidità della scalinata di San Domenico Maggiore, l'Addolorata del Giovedì Santo è scesa a braccia e non a spalla.
Il Troccolante della Processione dei Misteri viene incappucciato solo dopo aver varcato il sagrato della Chiesa del Carmine, e subito dopo gli vien posto il cappello sul capo.
giovedì 21 aprile 2011
PENSIERO DELLA S.PASQUA DI GIOVANNA.VC
SIAMO ENTRATI NELLA ,SETTIMANA ,SANTA . LA SETTIMANA DOVE RICORDIAMO LA ,CROCIFISSIONE ,FLAGELLAZIONE ,MORTE E RESURREZIONE ,DI NOSTRO SIGNORE,GESU' CRISTO..CHISSà XCHE' MI SENTO TRISTE ,SARA' XCHE' PENSO HA TUTTO QUELLO CHE HA DOVUTO PATIRE X SALVARCI ,,SI E' OFFERTO COME CAPOESPIATORIO ,X I,NOSTRI PECCATI .. SE RIUSCISSIMO ALMENO HA CHIEDERE PERDONO ,,GESU' SI ALIETEREBBE ,DEL NOSTRO ,PENTIMENTO ..... PERDONACI ,SIGNORE !!!!!
E' TORNATA LA RONDINE
STO' GUARDANDO IL LAVORO DI UNA RONDINE ,CHE TUTTI GLI ANNI ,RITORNA NELLO STESSO NIDO .. MA DURANTE L'INVERNO ,IL NIDO SI E' UN PO' SGRETOLATO ,MA LEI IMPERTERRITA ,RICOMINCIA ,HA RIMETTERLO ,NELLA SUA IDENTICA FORMA .LA VEDO CHE VA' VIA ,POI RITORNA CON IL BECCO PIENO DI FANGO ,CHE MINUZIOSAMENTE,ATTACCA LA DOVE MANCA ,E' TUTTO UN ANDIRIVIENI DI VOLI ,POI SI FERMA ,E MI GUARDA ,COME SE VOLESSE DIRMI ,,COSA NE DICI ,HO FATTO UN BUON LAVORO ,.ED IO RIMANGO LI' ,VORREI POTERLE DIRE ,SI SEI STATA BRAVISSIMA ,,,, MA CREDO CHE L'ABBIA CAPITO !!!!!
GIOVANNA.VC
martedì 19 aprile 2011
LETTERA A LUCIA
Ciao lucia
dopo aver strascorso quasi cinquant'anni insieme,
per il volere sel Supremo ci siamo separati,
le mie giornate ora sono vuote,anche se
le figlie e i nipoti mi sono vicini,
a volte giro per la casa sperando di trovarti,
tu non ci sei,
ma ogni cosa mi parla di te,
mi siedo sul divano abbracciando il tuo cuscino.
Quando mi sento solo apro la finestra del mio cuore,
tendo le orecchie al vento,
una voce mi sussurra tutto l'amore della mia Lucia,
e non mi sento piu' solo,
sento il mio cuore che batte piu' veloce del vento,
quella voce mi dice,
Lucia e' sempre con te e non ti lascera' mai,
lei ti ama, come l'amo io,
questo amore e'cosi bello,cosi felice, cosi gioioso,
che non finira' mai.
Un giorno ti ritrovero' e solo allora resteremo per sempre insieme,
e' nessuno ci separera' mai.
Ti amo
non dimenticarlo mai.
MARINOLOSCO
sabato 16 aprile 2011
PENSIERO DI PINO
Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo (capitolo 4°)
4
1Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, 2sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza. 3Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità. 4Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, 5perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.
6Proponendo queste cose ai fratelli sarai un buon ministro di Cristo Gesù, nutrito come sei dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito. 7Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle.
8Esèrcitati nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura. 9Certo questa parola è degna di fede. 10Noi infatti ci affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono. 11Questo tu devi proclamare e insegnare.
12Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. 13Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all'esortazione e all'insegnamento. 14Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri. 15Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. 16Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.
Commento di Pino Vangone:
Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera: il rapporto nuovo che il cristiano mantiene con Dio attraverso Gesù, nutrito con la Sua Parola, proteso a riconoscere ed eseguire la Sua volontà, rende liberi e non abbarbicati a sciocche credenze ed inutili tradizioni. L'amare Dio sopra ogni cosa e renderGli grazie di ogni frutto o conquista fece dire a Sant'Agostino: “Ama e fa ciò che vuoi”. Però il cristiano, pur libero da vincoli, non pone ostacoli a chi ancora non possiede la sua conoscenza e libertà e rispetta, come lo Spirito fa con noi, i tempi della trasformazione di ciascuno. Dice ancora Sant'Agostino: “Volete innalzare lodi a Dio? Siate voi la lode che volete proferire; e sarete sua lode se vivrete bene”.
Esèrcitati nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura: La pietà, uno dei doni dello Spirito Santo, è l'affetto, il rispetto e l'obbedienza che il cristiano ha per Dio, essa è un sentimento non dovuto alla paura per la potenza della divinità ma esigenza interiore dovuta alla gratitudine per l'amore che egli sente di ricevere dal suo Dio, che lo rende capace di desiderare quello che Dio desidera, e raggiungere quella confidenza e familiarità, grazie a Gesù, che gli permette di rivolgersi alla divinità chiamandoLa Papà.
Non trascurare il dono spirituale che è in te: ricercare un po' di distacco dalle cose, tuffarsi in sane letture della “Parola”, per trovare in sé stessi il Silenzio di Dio, che riempie molto di più di tanti discorsi e concretezze della vita, è una pratica che il cristiano persegue come un proprio bisogno per avvertire la presenza del dono spirituale ed ascoltare gli impulsi, ora fievoli ora tumultuosi, che comunque lo indirizzano nel cammino di fede. Comunque, il cristiano ne avverte, contemporaneamente, la grandezza, la maestosità, sempre accompagnata dal rispetto della personalità e dei tempi di risposta diversi per ciascuno. Ah! quanta pazienza ha lo Spirito!, umanamente parlando, a causa delle nostre minorazioni.
4
1Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, 2sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza. 3Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità. 4Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, 5perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.
6Proponendo queste cose ai fratelli sarai un buon ministro di Cristo Gesù, nutrito come sei dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito. 7Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle.
8Esèrcitati nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura. 9Certo questa parola è degna di fede. 10Noi infatti ci affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono. 11Questo tu devi proclamare e insegnare.
12Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. 13Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all'esortazione e all'insegnamento. 14Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri. 15Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. 16Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.
Commento di Pino Vangone:
Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera: il rapporto nuovo che il cristiano mantiene con Dio attraverso Gesù, nutrito con la Sua Parola, proteso a riconoscere ed eseguire la Sua volontà, rende liberi e non abbarbicati a sciocche credenze ed inutili tradizioni. L'amare Dio sopra ogni cosa e renderGli grazie di ogni frutto o conquista fece dire a Sant'Agostino: “Ama e fa ciò che vuoi”. Però il cristiano, pur libero da vincoli, non pone ostacoli a chi ancora non possiede la sua conoscenza e libertà e rispetta, come lo Spirito fa con noi, i tempi della trasformazione di ciascuno. Dice ancora Sant'Agostino: “Volete innalzare lodi a Dio? Siate voi la lode che volete proferire; e sarete sua lode se vivrete bene”.
Esèrcitati nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura: La pietà, uno dei doni dello Spirito Santo, è l'affetto, il rispetto e l'obbedienza che il cristiano ha per Dio, essa è un sentimento non dovuto alla paura per la potenza della divinità ma esigenza interiore dovuta alla gratitudine per l'amore che egli sente di ricevere dal suo Dio, che lo rende capace di desiderare quello che Dio desidera, e raggiungere quella confidenza e familiarità, grazie a Gesù, che gli permette di rivolgersi alla divinità chiamandoLa Papà.
Non trascurare il dono spirituale che è in te: ricercare un po' di distacco dalle cose, tuffarsi in sane letture della “Parola”, per trovare in sé stessi il Silenzio di Dio, che riempie molto di più di tanti discorsi e concretezze della vita, è una pratica che il cristiano persegue come un proprio bisogno per avvertire la presenza del dono spirituale ed ascoltare gli impulsi, ora fievoli ora tumultuosi, che comunque lo indirizzano nel cammino di fede. Comunque, il cristiano ne avverte, contemporaneamente, la grandezza, la maestosità, sempre accompagnata dal rispetto della personalità e dei tempi di risposta diversi per ciascuno. Ah! quanta pazienza ha lo Spirito!, umanamente parlando, a causa delle nostre minorazioni.
CHE LA PACE SIA CON VOI IN QUESTO SANTO GIORNO
Domenica delle Palme
II Domenica di Passione
Festa religiosa
Data Domenica precedente alla Pasqua
Religione Cristianesimo
Avvenimento celebrato Ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme
Festività correlate Pasqua, Quaresima, Giornata Mondiale della Gioventù
Tradizioni Scambio di palme ed olivi benedetti
Chiamata anche Domenica della passione del Signore
Celebrazione della Domenica delle Palme presso una chiesa ortodossa di Biškek in Kirghizistan; le palme e gli olivi sono sostituiti da rami fioritiNel calendario liturgico cattolico la Domenica delle Palme è celebrata la domenica precedente alla festività della Pasqua. Con essa ha inizio la settimana santa ma non termina la Quaresima, che finirà solo con la celebrazione dell'ora nona del giovedì santo, giorno in cui, con la celebrazione vespertina si darà inizio al Sacro Triduo Pasquale.
Nella forma ordinaria del rito romano essa è detta anche domenica De Passione Domini (della Passione del Signore). Nella forma straordinaria la domenica di Passione si celebra una settimana prima, perciò la Domenica delle Palme è detta anche Seconda Domenica di Passione.
Questa festività è osservata non solo dai Cattolici, ma anche dagli Ortodossi e dai Protestanti.
In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (cfr. Gv 12,12-15). La folla, radunata dalle voci dell'arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente.
Celebrazione liturgica[modifica]In ricordo di questo, la liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo al di fuori della chiesa dove si radunano i fedeli e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della Messa con la lunga lettura della Passione di Gesù. [1] Il racconto della Passione viene letto da tre persone che rivestono la parte di Cristo (letta dal sacerdote), dello storico e del popolo o turba. In questa Domenica il sacerdote, al contrario di tutte le altre di Quaresima [2] (tranne la 4^ in cui può indossare paramenti rosa) è vestito di rosso.
Tradizioni, Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
In molte zone d'Italia, con le foglie di palma intrecciate vengono realizzate piccole e grandi confezioni addobbate (come i parmureli di Bordighera e Sanremo in Liguria), che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.
Nel vangelo di Giovanni: 12,12-15, si narra che la popolazione abbia usato solo rami di palma che, a detta di molti commentari, sono simbolo di trionfo, acclamazione e regalità. Sembra che i rami di ulivo siano stati introdotti nella tradizione popolare, a causa della scarsità di piante di palma presenti, specialmente in Italia. Ad ogni modo un'antica antifona gregoriana canta: «Pueri Hebraeorum portantes ramos olivarum obviaverunt Domino» ("Giovani ebrei andarono incontro al Signore portando rami d'ulivo").
Nelle zone in cui non cresce l'ulivo (come l'Europa settentrionale), i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.
giovedì 14 aprile 2011
ECCO UNA NUOVA POESIA DEL NOSTRO RICCARDO
riccardo2.co: LA CROCIFISSIONE
(secondo il poeta naif)
Dopo essere stato
fustigato e malmenato,
per averti alcuni
acclamato Re dei Giudei,
ti fu posta per scherno
sul capo, una corona di spine,
pungenti e dolorose;
che conficcandosi
dentro la carne,
ti rendeva la fronte
piagata e sanguinante.
Non si sentì Pilato
d'infierire più di tanto,
non avendo riscontrato,
in te alcuna colpa,
come gli asserivano
Erode e il suo popolo;
perciò egli alla fine,
lavandosene le mani,
decise che fosse
la sua stessa d’Israele
a emettere contro di te
la sentenza finale.
Siccome ogni Pasqua
si graziava un condannato,
la invitò quindi Pilato
ad operare una scelta
fra te strano Nazareno
e il ribaldo Barabba;
ma essa, che aveva
entrambi gli occhi ciechi,
il sedizioso furfante
preferì all'innocente,
condannandoti
al supplizio della croce.
Così, dopo che sulle spalle
ti caricarono il greve legno,
al Gòlgota ti avviarono.
Figlio di falegname,
circondato da folle
che altro non facevano
che riempirlo di sputi,
d'insulti volgari;
mentre pochi erano
quelli tra i presenti
per te piangevano
o provavano qualche pena.
Una volta raggiunta
la sommità del Calvario,
vennero le tue mani,
come pure i piedi tuoi,
inchiodati sulla croce
con crudele barbarie;
il suo corpo martoriato
in mezzo a due ladroni
della risma peggiore,
come se tu Salvatore
fossi loro pari.
Alla fine un soldato,
per accorciar la tua agonia,
ti trafisse il costato
con un colpo di lancia,
che pure riuscì mortale
al cuore sottostante;
però, prima di esalare,
l’ultimo tuo respiro
tu Redentore ti
rivolgesti al Padre tuo
esclamando queste parole:
"Padre, perdona loro, perché
non sanno quel che fanno!"
sabato 9 aprile 2011
SERENA DOMENICA, CHE LA LUCE DEL SIGNORE BRILLI SEMPE NEI VOSTRI CUORI
PENSIERO DI PINO
Dalla prima lettera di San Paolo apostolo a Timoteo capitolo 3
1È degno di fede quanto vi dico: se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro. 2Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, 3non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. 4Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità, 5perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? 6Inoltre non sia un neofita, perché non gli accada di montare in superbia e di cadere nella stessa condanna del diavolo. 7È necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di fuori, per non cadere in discredito e in qualche laccio del diavolo.
8Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto, 9e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. 10Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. 11Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie, fedeli in tutto. 12I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie. 13Coloro infatti che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico e una grande sicurezza nella fede in Cristo Gesù.
14Ti scrivo tutto questo, nella speranza di venire presto da te; 15ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. 16Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà:
Egli si manifestò nella carne,
fu giustificato nello Spirito,
apparve agli angeli,
fu annunziato ai pagani,
fu creduto nel mondo,
fu assunto nella gloria.
Commento di Pino Vangone :
Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura: il cristiano abbandona in modo spontaneo tali comportamenti e se dovesse accadere che occasionalmente si ritrovi in una di queste condizioni lo Spirito gli farà sentire lo stridore e la incongruenza del comportamento con lo stile e la dignità della vita nuova che scaturisce dal nuovo rapporto con Dio attraverso la persona di Gesù.
Coloro infatti che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico e una grande sicurezza nella fede in Cristo Gesù: è da ricordare anche quello suggerito da Gesù: “… Così anche voi, quando avrete fatto quello che vi è stato ordinato, dite: « Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare » ” (Lc 17,10), il cristiano nel procedere nel suo cammino, non attende gratificazioni ma quando rinsalda il suo rapporto nuovo e si pone nella massima apertura e disponibilità, avverte in se stesso la Grazia di Dio e la presenza dello Spirito, che è molto di più di un premio o di una corona di alloro sulla testa del vincitore, ma guai ad inorgoglirsi di ciò sarebbe una tremenda battuta d'arresto, da ciò il consiglio di sentirsi servi inutili e mettersi sempre nella posizione di sentirsi mancanti e col desiderio di una perfezione maggiore è proprio da tale atteggiamento che scaturirà una maggiore sicurezza nel rapporto con Gesù, che fa migliorare pure nel servizio in direzione di Dio, facendo acquisire una maggiore sensibilità per capire le cose che avvantaggiano o quelle, invece, che limitano il rapporto.
venerdì 8 aprile 2011
PRECHIERA A S. LUCIA
O Santa, che dalla luce hai nome, a Te piena di fiducia ricorriamo affinchè ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell'errore.
Imploriamo altresì, per tua intercessione, il mantenimento della luce negli occhi con una grazia abbondante per usarli sempre secondo il divino beneplacito, senza alcun detrimento dell'anima.
Fa, o S. Lucia, che dopo averti venerata e ringraziata, per il tuo efficace patrocinio, su questa terra, arriviamo finalmente a godere con Te in paradiso della luce eterna del divino Agnello, il tuo dolce sposo Gesù.
Amen
composta da papa Pio X
E BELLO INIZIARE LA GIORNATA CON UNA POESIA DEL CARO RICCARDO
O Dio della mia gente, io mai ti ho visto
e neppure udito.
Mi dicono che esisti e che tutto hai creato
con amore infinito.
Io sono un bambino che nato, per caso,
in un mondo sbagliato.
Conosco mia madre che piange,
cercando rifugio, in terra straniera.
Conosco la fame che mi accompagna
ogni alba dell’anno.
Conosco il rumore delle armi,
dalle quali sono fuggito.
Conosco il sapore di lacrime sparse
al nascer del giorno.
O Dio della mia gente che tutto hai creato,
dammi quel sorriso, che spetta ad ogni tuo figlio,
dammi quei giochi che mai ho provato.
Fammi iniziare una nuova vita,
per scordare il passato.
Autore:Riccardo2.co
e neppure udito.
Mi dicono che esisti e che tutto hai creato
con amore infinito.
Io sono un bambino che nato, per caso,
in un mondo sbagliato.
Conosco mia madre che piange,
cercando rifugio, in terra straniera.
Conosco la fame che mi accompagna
ogni alba dell’anno.
Conosco il rumore delle armi,
dalle quali sono fuggito.
Conosco il sapore di lacrime sparse
al nascer del giorno.
O Dio della mia gente che tutto hai creato,
dammi quel sorriso, che spetta ad ogni tuo figlio,
dammi quei giochi che mai ho provato.
Fammi iniziare una nuova vita,
per scordare il passato.
Autore:Riccardo2.co
sabato 2 aprile 2011
BUONGIORNO MONDO E SORTO UN NUOVO SOLE, DONATE TUTTO IL VOSTRO AMORE
[01/04/2011 8.47.18] pino1.sa: Dalla 1^ lettera di San Paolo apostolo a Timoteo (capitolo I versetto 18, e capitolo 2)
18Questo è l'avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia 19con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede; 20tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare.
2
1Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. 3Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. 5Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, 6che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti, 7e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo - dico la verità, non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella verità.8Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese.9Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d'oro, di perle o di vesti sontuose, 10ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà.11La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. 12Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. 13Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; 14e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. 15Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia.
Commento di Pino Vangone:
Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità: rapportarsi con Dio nella preghiera è una esigenza primaria del cristiano che sa che pregare per il bene di qualcuno è come affiancare il pensiero di Dio che già desidera ed opera per il meglio, comunque tale affiancamento e vicinanza benefica innanzitutto chi prega, anche se chiede per altri. Sembrerebbe, quindi inutile la preghiera, tanto già ci pensa Dio e quindi, vano l'invito di Gesù e di s. Paolo di pregare incessantemente e prima di ogni cosa, ed invece la preghiera è il momento più alto della vita dell'uomo, che si pone in contatto diretto con il proprio creatore, quasi a condividerne, umanamente parlando, le gioie e/o le preoccupazioni.
Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità: ecco la risposta alla esigenza di pregare: Dio vuole che preghiamo per portarci alla salvezza eterna! e quale luogo è più opportuno per conoscere la Verità se non quello di mettersi in contatto con Gesù che la Verità l'incarna in se stesso? Del resto se studiamo la vita dei santi scopriamo come essi dedicano molto tempo alla preghiera ed al colloquio con Dio, e non di rado ciò li ha portati in uno stato di estasi.
uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù: il cristiano anche quando non riesce a corrispondere appieno ai suggerimenti dello Spirito, ha nella conoscenza dell'umanità di Gesù un porto sicuro dove poter approdare per confidare le proprie difficoltà, le proprie paure, ben sapendo che Gesù ha sperimentato sulla propria pelle, in via diretta, tutte le sensazioni e le problematiche umane, non sottraendosi neanche alla morte ed alla morte di croce.
18Questo è l'avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia 19con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede; 20tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare.
2
1Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. 3Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. 5Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, 6che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti, 7e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo - dico la verità, non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella verità.8Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese.9Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d'oro, di perle o di vesti sontuose, 10ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà.11La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. 12Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. 13Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; 14e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. 15Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia.
Commento di Pino Vangone:
Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità: rapportarsi con Dio nella preghiera è una esigenza primaria del cristiano che sa che pregare per il bene di qualcuno è come affiancare il pensiero di Dio che già desidera ed opera per il meglio, comunque tale affiancamento e vicinanza benefica innanzitutto chi prega, anche se chiede per altri. Sembrerebbe, quindi inutile la preghiera, tanto già ci pensa Dio e quindi, vano l'invito di Gesù e di s. Paolo di pregare incessantemente e prima di ogni cosa, ed invece la preghiera è il momento più alto della vita dell'uomo, che si pone in contatto diretto con il proprio creatore, quasi a condividerne, umanamente parlando, le gioie e/o le preoccupazioni.
Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità: ecco la risposta alla esigenza di pregare: Dio vuole che preghiamo per portarci alla salvezza eterna! e quale luogo è più opportuno per conoscere la Verità se non quello di mettersi in contatto con Gesù che la Verità l'incarna in se stesso? Del resto se studiamo la vita dei santi scopriamo come essi dedicano molto tempo alla preghiera ed al colloquio con Dio, e non di rado ciò li ha portati in uno stato di estasi.
uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù: il cristiano anche quando non riesce a corrispondere appieno ai suggerimenti dello Spirito, ha nella conoscenza dell'umanità di Gesù un porto sicuro dove poter approdare per confidare le proprie difficoltà, le proprie paure, ben sapendo che Gesù ha sperimentato sulla propria pelle, in via diretta, tutte le sensazioni e le problematiche umane, non sottraendosi neanche alla morte ed alla morte di croce.
venerdì 1 aprile 2011
GRAZIE RICCARDO
ricardo. co scrive:
Gli occhi si schiudono,
reduci da un sonno inquieto.
Cos’è? Cosa mi ha svegliata?
Nulla! Solo le mie domande
e il cuore che non dorme mai.
Il giorno non è ancora neonato,
l’aurora dorme sotto la sua coltre rosa,
ed io sono qui: con gli amici del bar.
Gli occhi si schiudono,
reduci da un sonno inquieto.
Cos’è? Cosa mi ha svegliata?
Nulla! Solo le mie domande
e il cuore che non dorme mai.
Il giorno non è ancora neonato,
l’aurora dorme sotto la sua coltre rosa,
ed io sono qui: con gli amici del bar.
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