mercoledì 13 gennaio 2010

IL TRAM

iI tram delle 5
è silenzioso,
sul tram delle 5 sono tutti seduti,
sul tram delle 5 nessuno saluta,
al tram delle 5 non serve far segno, ferma da solo,
sul tram delle 5 non ci sono SIGNORI,
il tram delle 5 sembra un dormitorio,
guardo quei volti assonnati,
minuti di sonno rubati al tempo di un viaggio,
baveri alzati fino a coprire la nuca illusi che siano ancore le coltri del letto,
corpi abbandonati su scivolosi sedili di plastica,
il sussulto di uno scambio sembra risvegliare il dormitorio,
per metà tragitto nessuno scende, dalla porta non entra il freddo.
Qualcuno buca con la mano l’alito che s’è posato sui vetri
e rende quella carrozza un luogo ovattato.
Si guarda attorno: ha perso il senso del tempo assorto nei suoi pensieri.
Qualcuno è arrivato. Il conducente dovrà aprire la porta.
Una sferzata di gelo ti avvisa che sei prossimo alla meta.
Ti lasci scivolare ancora un pochino sullo scomodo sedile
per rubare ancora un minuto di vita tua.
Poi sai che in fabbrica non sarà piu tua .
Ti alzi intorpidito la prossima fermata sarai arrivato.
E’ buio, la notte è fatta per dormire ma tu devi portare il pane a casa.
Ecco ora da questo momento non sei piu tuo, non sei più un uomo.
Da questo momento devi produrre.
Da questo momento per dieci ore sei Suo.
Questa sera , quando sarà nuovamente buio, potrai tornare a casa,
FORSE.
ALFRED

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