giovedì 14 aprile 2011

ECCO UNA NUOVA POESIA DEL NOSTRO RICCARDO




riccardo2.co: LA CROCIFISSIONE
(secondo il poeta naif)

Dopo essere stato
fustigato e malmenato,
per averti alcuni
acclamato Re dei Giudei,
ti fu posta per scherno
sul capo, una corona di spine,
pungenti e dolorose;
che conficcandosi
dentro la carne,
ti rendeva la fronte
piagata e sanguinante.

Non si sentì Pilato
d'infierire più di tanto,
non avendo riscontrato,
in te alcuna colpa,
come gli asserivano
Erode e il suo popolo;
perciò egli alla fine,
lavandosene le mani,
decise che fosse
la sua stessa d’Israele
a emettere contro di te
la sentenza finale.

Siccome ogni Pasqua
si graziava un condannato,
la invitò quindi Pilato
ad operare una scelta
fra te strano Nazareno
e il ribaldo Barabba;
ma essa, che aveva
entrambi gli occhi ciechi,
il sedizioso furfante
preferì all'innocente,
condannandoti
al supplizio della croce.

Così, dopo che sulle spalle
ti caricarono il greve legno,
al Gòlgota ti avviarono.
Figlio di falegname,
circondato da folle
che altro non facevano
che riempirlo di sputi,
d'insulti volgari;
mentre pochi erano
quelli tra i presenti
per te piangevano
o provavano qualche pena.

Una volta raggiunta
la sommità del Calvario,
vennero le tue mani,
come pure i piedi tuoi,
inchiodati sulla croce
con crudele barbarie;
il suo corpo martoriato
in mezzo a due ladroni
della risma peggiore,
come se tu Salvatore
fossi loro pari.

Alla fine un soldato,
per accorciar la tua agonia,
ti trafisse il costato
con un colpo di lancia,
che pure riuscì mortale
al cuore sottostante;
però, prima di esalare,
l’ultimo tuo respiro
tu Redentore ti
rivolgesti al Padre tuo
esclamando queste parole:
"Padre, perdona loro, perché
non sanno quel che fanno!"

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